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Percorso EDUCAZIONE AMBIENTALE. Traccia base.  Fiume Bormida.  Cascina MOIETTA.

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Bormida. Percorso 1. 

Dalla Cascina Moietta al ponte ferroviario sulla Bormida.
.a. Arrivo alla cascina Moietta tramite la strada Stortigliona a partire dal distributore sulla rotonda della Statale Alessandria - Spinetta .go - Tortona. .b. Appena dopo il ponte Bormida, uscendo da Alessandria, alla rotonda, girare in corrispondenza del distributore e seguire via della Stortigliona. c. Parcheggiare, fare attenzione ai transiti sulla strada comunale, addentrarsi nel viale di entrata fino a raggiungere il viale di gelsi posto dietro la cascina. .d. Proseguire direttamente fino al fiume. .e. superare le  costruzioni provvisorie lungo fiume e raggiungere uno dei sentieri paralleli alla Bormida. .f. Ora siete sul "ghiaione" sottostante il ponte Bormida "della Ferrovia". .g. Possibilità di osservazione di piante autoctone e infestanti, di insetti e piante del sottobosco di vario tipo. A volte si rinvengono altre tracce naturali o antropiche. Assolutamente di interesse.


Steve Van Matre e il nostro modo di procedere

 

Educazione ambientale

L'educazione ambientale, è il proposito non organizzato di insegnare la struttura e l'organizzazione dell'ambiente naturale e, in particolare, educare gli esseri umani a gestire i propri comportamenti in rapporto agli ecosistemi allo scopo di vivere in modo sostenibile, senza cioè alterare del tutto gli equilibri naturali, mirando al «soddisfacimento delle esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie.»[1]

L'espressione "educazione ambientale" in particolare è spesso usata per intendere l'auspicato insegnamento di questo tema all'interno del sistema scolastico, dalla scuola primaria[2] alla post-secondaria italiana; è anche adoperata in maniera più estensiva per indicare tutti gli sforzi per ammaestrare il pubblico servendosi di materiale stampato, siti web, campagne nei mass media ecc.

L'espressione environmental education fu usata per la prima volta nel 1969 da William P. Stapp (1930-2001) della School of Natural Resources and Environment (SNRE) della Università del Michigan, che elencò i tre pilastri basilari: la conoscenza dei problemi ambientali, definizione dei possibili rimedi e attivazione per la soluzione.[3]

  1. ^ Rapporto Brundtland del 1987

  2. ^ Anna Zangoli, Il futuro siamo noi. L'educazione ambientale nella scuola elementare, Editore Carocci, 1998 ISBN 88-430-1169-3

  3. ^ Università del Michigan, su ns.umich.edu. URL consultato il 5 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2014).

L’  Educazione Ambientale si può fare ovunque… a scuola (partendo dai libri di testo e dalle spiegazioni), all’aperto, in mezzo alla natura, conoscendo da vicino vita e caratteristica di animali e piante

….

Ma deve lasciare tracce….

Deve condizionare le proprie scelte anche le più comuni, migliorare abitudini, renderci consapevoli di essere parte di un “tutto”

Cos’è l’   Educazione alla terra?

Prima di rispondere alla domanda meglio fare una premessa.

 

Tutti sanno cosa sia l’educazione ambientale che d’altra parte da anni ormai rientra nei programmi scolastici secondo i principi stabiliti dalla Carta dei Principi di Fiuggi che dicono che essa “non è circoscrivibile entro i confini di una nuova materia, né si può identificare con qualche contenuto preferenziale: l’educazione ambientale è interdisciplinare e trasversale, lavora sui tempi lunghi” (estratto dalla Carta dei Principi per l’Educazione Ambientale Orientata allo Sviluppo Sostenibile e Consapevole di Fiuggi - 24 Aprile 1997, art. 6)

 

Dal buco nell’ozono, all’effetto serra, dalla raccolta differenziata alla biodiversità, tutti quanti sappiamo oramai quali sono i principali problemi che affliggono il nostro pianeta.

 

Ma sappiamo in che modo questi problemi si pongono in relazione con noi?

Come fa un bambino a capire cosa c’entra lui con l’effetto serra?

Come fa a rendersi conto dell’imponente quantità di rifiuti che sta sempre di più compromettendo la qualità dell’ambiente?

 

Il problema è che oggi i ragazzi considerano la città come il loro ambiente naturale e da questo ne traggono valori, insegnamenti e riferimenti.

 

La città quindi diventa il principale ambiente

con cui relazionarsi e in funzione del quale compiere delle scelte.

Si è completamente perso l’antico legame che l’uomo aveva con l’ambiente naturale, quel legame che lo faceva sentire parte integrante di esso e che spontaneamente lo induceva ad un modo di vivere rispettoso ed in accordo con tutte le altre forme viventi.

 

Allora forse per fare educazione ambientale bisogna fare un passo indietro.

Per rispondere alla domanda iniziale quindi diremo che l’ educazione alla terra è il processo che aiuta la gente a vivere con più armonia e gioia nei sistemi e nelle comunità naturali.

Ciò che l’educazione alla terra ha iniziato a fare e che l’educazione ambientale “tradizionale” sembrava voler fare, ma non ha fatto è appunto “aiutare le persone a comprendere quali sono i sistemi ecologici che li sostengono, che cosa ciò significa nella loro vita e come apportare qualche cambiamento nel loro stile di vita”.

 

Si tratta di una metodologia educativa che sulla base di esperienze di apprendimento accuratamente strutturate porta i partecipanti a sviluppare la comprensione ed il proprio apprezzamento delle comunità e dei sistemi ecologici della Terra per entrare in armonia con essi.

In breve, l’  educazione alla terra:

−  si svolge fondamentalmente nel mondo naturale e non in classe

−  si realizza con attività e non con discussioni

−  mira a creare uno stile di vita e non a dibattere singoli argomenti

−  è un’alternativa al diffondere soltanto alcuni messaggi ambientali nei curricula scolastici

I programmi dell’educazione alla terra si sono strutturati partendo da alcune considerazioni di base:

−  I ragazzi sono bombardati ogni giorno da un numero incredibile di stimoli energetici e non sono in grado di assorbirli tutti.

 

Per questo motivo innalzano delle barriere, a livello

inconscio, filtrando gran parte di quello che gli succede intorno.

Poi vengono portati in un’ area aperta, dove dovrebbero prendere contatto con la vita, ma quei filtri sono

ancora lì.

Questo porta alla primaria necessità di eliminare almeno in parte questi filtri;  Aldous Huxley dice che bisogna “ripulire le finestre della percezione”.

−  Generalmente nei ragazzi manca la comprensione dei “concetti” ecologici di base. Non sono a conoscenza di come la vita funzioni sul pianeta e non capiscono che cosa la sostiene; anche nei programmi educativi tradizionali ci si concentra di più sui pezzetti di

vita piuttosto che sui processi della vita stessa.

 

La gente identifica gli alberi, gli uccelli e i fiori, ma non conosce i legami tra di essi, i processi, il flusso di energia solare, i cicli dei materiali, le interrelazioni tra tutte le cose viventi, i sistemi che davvero sostengono

la vita sul pianeta.

−  Il sistema educativo tradizionale si basa quasi unicamente sul passaggio di informazioni

(orali o scritte) che vengono fornite ad una platea di ascoltatori (più o meno attenti), intenti a memorizzare o prendere appunti in luoghi chiusi che non hanno alcuna

relazione con l’oggetto trattato (apprendimento passivo).

Per questo motivo, la maggior parte di quello che si impara a scuola viene perduto, perché non viene mai utilizzato.

 

L’educazione alla terra, con numerose attività sensoriali stimola i sensi a svegliarsi dal sonno in

cui cadono all’interno delle città.

Le attività proposte coinvolgono direttamente i partecipanti in esperienze concrete in cui sono essi stessi i protagonisti, ed in cui hanno modo di recepire i concetti, elaborarli e quindi utilizzarli, ma non solo: attraverso diversi espedienti i partecipanti

vengono “attirati” nell’attività e non “spinti”.

Questo è il ruolo del “Gancio”, elemento strutturante dei programmi di educazione alla terra che ha la funzione di incuriosire gli studenti e motivarli a fare le attività mossi dalla voglia di saperne di più e non da quella di perdere un giorno di scuola!

 

Oltre al “Sentire” sensoriale, l’  educazione alla terra dà importanza al “Sentire” nel senso sentimentale: “Arare i sentimenti per seminare i concetti” è il principio. L’amore è un veicolo per la comprensione, aprendo una fessura nel cuore delle persone si ottiene una via preferenziale attraverso cui far passare i concetti.

Infine, c’è ancora un elemento importante dei programmi educativi, un “ingrediente segreto”

che avvolge e lega i componenti delle attività proposte ai ragazzi: la “magia”.

La fantasia, il “saper prendere” e i momenti magici sono fondamentali elementi della magia.

 

Magia è: ricordarsi i nomi delle persone durante le attività, farli mettere in cerchio per un migliore collegamento visivo, guardare sempre tutti negli occhi, ecc. La magia è un atto originale, spontaneo, e non può essere una forzatura. Occorre, però, stare molto attenti con la fantasia, facilmente può oscurare la realtà, per cui è giusto usarla in piccole dosi.

L’ educazione alla terra nasce negli Stati Uniti sotto la guida del Prof. Steve Van Matre: nel 1974 un gruppo di persone interessate ad aiutare la gente a costruire un nuovo senso di relazione con la terra formò una organizzazione, l’Istituto per l’Educazione alla Terra, che finì per avere un impatto significativo sulla natura dell’apprendimento all’aperto.

 

Negli anni, questi fondatori del metodo si sono trasformati in un gruppo di lavoro di più di 200 educatori volontari (associati) e oltre 2500 membri che operano nei rami principali di Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Italia, Germania e Olanda, allo scopo di progettare programmi di educazione ambientale e di divulgarli.

È la più grande organizzazione internazionale, non a scopo di lucro, in questo campo, per gli educatori che si dedicano allo sviluppo di una risposta educativa seria alla crisi ambientale della terra/Terra.

 

Il ramo nazionale italiano ha sede presso il Parco Fluviale del Po e dell’Orba e attualmente comprende 25 associati e 150 membri; in Sicilia esiste un coordinamento regionale rappresentato da un gruppo di educatori locali che gestiscono attraverso questa metodologia alcuni centri di Educazione alla Terra: il Consorzio Giona Nexus.

 

 

https://www.ilmarghine.net/notizie/attualita/154/educazione-alla-terra-conoscere-e-praticare-

 

 

https://www.oggicronaca.it/2015/10/a-valenza-un-nuovo-workshop-di-educazione-alla-terra-presso-il-parco-del-po/  

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Alcune realizzazioni dei giovanissimi delle scuole "Caduti della Libertà" e "Villaggio Europa". (work in progress) 

Alcune immagini in alto della visita dello scorso 6 ottobre 2023 . h 9 - 11 . presso la c.d. "Roggia di Lobbi" afferente al grande fiume Bormida.

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2004. Roggia di Lobbi  (AL).  Si è partiti di qui. Classi Terza A e Terza B del plesso scolastico Elementari Villaggio Europa

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20 Tutto è partito da quattro visite in loco operate in autuno. Poi si è proceduto alla costruzione del retino e al recupero reagenti. A maggio 2005 ritornammo alla Roggia. La trovammo piena d'acqua e con moltissimi animaletti. Tutti indicatori di condizione di salubrità dell'acqua.

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20 Abbiamo "postato" solo un esemplare di Plecottero ma potrebbero essere molti di più. Comunque facilmente reperibili. Poi si è lavorato sulle cartine satellitari. La partenza era questa....












 

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 In qualsiasi negozio di animali e acquari è possibile trovare il più classico dei kit di analisi. C'è tutto, dalla "durezza", al pH. alla presenza di ferro o altri elementi di difficile contenimento. L'attività consisteva proprio  in
. 1 . Fotografare o riprendere via video tratti di roggia con ingrandimenti di elementi di fauna bentonica
.2. Identificazione della stessa con l'aiuto di manuali e successiva copia su cartoncino.
.3. Compilazione delle "Schede Van Matre" ispirate all'Educazione alla Terra. 

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